"Esperienza del gruppo ad un anno e mezzo dalla
sua formazione"
Intervento a cura di Rabbiosi Franco del Gruppo Valmalenco
Il gruppo è sorto sullo stimolo fornito dalla
costruzione di un mini impianto idroelettrico in Valmalenco.
Inizialmente abbiamo studiato l'impianto specifico ma
da subito abbiamo capito che occorreva una visione generale,
una visione almeno provinciale del problema dello sfruttamento
idroelettrico. In effetti il comunicato che abbiamo prodotto
al momento della nascita contiene elementi tuttora validi
e non ancora raggiunti quali "contribuire alla nascita
di un dibattito provinciale sul tema", riesaminare
i minimi vitali applicati fino ad ora, richiedere una
moratoria delle concessioni fino all'attuazione del piano
provinciale di tutela.
Non mi soffermo sugli altri punti fondanti quali: dare
informazione alla popolazione, controllare i minimi vitali,
studiare e monitorare l'iter documentale delle concessioni,
ecc. : queste cose sono dipese e dipendono dalle nostre
potenzialità di azione ed ognuno di voi può
giudicare se abbiamo operato bene o male.
Diciamo subito che siamo contrari ai piccoli salti idroelettrici
(<=3000 Kw) per i seguenti motivi:
- non contribuiscono al fabbisogno elettrico nazionale
se non per frazioni percentuali insignificanti;
- la costruzione di questi impianti va ad intaccare in
maniera pesante le piccole valli alpine che, nella stragrande
maggioranza dei casi, sono quei micro - luoghi in cui
l'intervento antropico è assente o molto limitato;
- la loro costruzione, in virtù della tariffazione
da "certificato verde", è un'operazione
puramente speculativa ad alto ritorno finanziario.
- il territorio valtellinese è già captato
per l'80-90% da derivazioni idroelettriche.
Abbiamo anche notato che la presenza di impianti idroelettrici
attira la costruzione di strade forestali e viceversa.
Chi affronta lo studio delle concessioni idroelettriche
si addentra in una giungla legislativa in cui è
difficile districarsi.
L'intreccio del tema acque coinvolge leggi specifiche
(es. rd 1775 del 1933 e suo regolamento attuativo) e leggi
a tema generale (es. n.183 sulla difesa dei suoli, n.
102 "legge Valtellina", leggi sui Siti di Interesse
Comunitario). In linea generale possiamo dire che la legislazione
specifica in materia si è nettamente evoluta, specialmente
per quanto riguarda quella regionale, e la tendenza, se
guardiamo le delibere della Autorità di Bacino,
fanno ben sperare per il futuro - SE APPLICATE - . Qual
è il problema?
I controlli sugli impianti funzionanti sono inesistenti.
Questo è il vero problema e qui sta il vero arretramento
tra la nostra Provincia ed altre Provincie a noi vicine.
Ci è capitato spesso di inoltrare delle lettere
di segnalazione all' ex Genio Civile, e anche la Provincia
di Sondrio ne è al corrente, per mancato rispetto
dei minimi vitali o per esercizio non corretto di una
derivazione (le ultime sono di pochi giorni fa). Ma cosa
succede dopo?
Nulla o quasi. Di fronte a questo silenzio da parte degli
enti competenti non ci resta che inoltrare un esposto
alla Magistratura? Ma perché dobbiamo arrivare
a questo? Questa prassi non ci è mai piaciuta.
A cosa serve la polizia provinciale? Come opera il Settore
Acque della Provincia?
Sebbene esista l'obbligo di legge di installare i misuratori
di portata, in pratica i misuratori non esistono. Come
si fa ad essere così soccombenti ed accettare un
ruolo di controllore e gestore così subordinato?
La grande maggioranza degli impianti esistenti sono telecontrollati,
cioè comandati a distanza e/o automatici; per fare
questa operazione occorre che tutte le informazioni (livello,
potenza, ecc) siano teletrasmesse al posto di teleconduzione:
perché non si pretende che le misure arrivino anche
in una sala apposita nei locali della Provincia di Sondrio?
Come fa un impianto ancora non collaudato a produrre energia
e metterla in vendita?
Perché un impianto produce di più della
media stabilita in disciplinare?
L'altra giungla è quella delle competenze autorizzative:
Regione, Autorità di Bacino, Provincia, Comunità
Montana, Comuni, il Concessionario stesso. E' difficile
districarsi tra pareri, conferenze di servizi, svincoli
di piano regolatore, pubblicazioni, avvisi, visite ecc.
ecc.
In mezzo a tutto questo stato cose il cittadino che potere
di intervento ha? Il suo comune come pubblicizza questi
atti?
IL RUOLO DEI COMUNI
Noi sosteniamo che il ruolo del comune è di fondamentale
importanza in quanto ha i mezzi per opporsi alla costruzione
di un impianto. Altri dicono di no; ma perché la
Provincia di Sondrio non si fa carico di sbrogliare questo
problema di interpretazione della legislazione vigente?
Altro ancora: avere la documentazione richiesta può
essere un problema; non è scontato avere collaborazione
nell'accesso agli atti malgrado ci sia una legge che faciliti
questo.
Non abbiamo mai sottovalutato l'insieme dei rapporti che
intercorrono tra il potenziale concessionario e gli amministratori
comunali. Spesso il concessionario è o fa parte
di un gruppo potente, con disponibilità finanziaria
notevole, capace di condizionare in qualche modo l'amministratore
pubblico o di intimorirlo paventandogli ricorsi o citazioni
milionarie per danni arrecati alla sua impresa.
Spesso non c'è bisogno di condizionare gli amministratori
in quanto essi stessi sono d'accordo con la costruzione
dell'impianto. Altre volte non è così e
abbiamo amministratori che ritengono dannosa la costruzione
dell'impianto e che si oppongono con tutti i mezzi.
Questi amministratori sono stati lasciati soli dagli altri
"colleghi" e dalla Provincia di Sondrio che
non è stata in grado di creare un momento di aggregazione,
di studio e di tutela degli interessi dei singoli comuni.
La Provincia di Sondrio, al di là delle affermazioni
di circostanza, non è mai entrata nel vivo del
problema idroelettrico., ne dal punto di vista di acquisire
la delega regionale per dare essa stessa le concessioni,
né proponendo una moratoria delle concessioni (L'amministrazione
precedente a questa, l'amministrazione Dioli qualche proposta
ai comuni l'aveva tentata, tra cui anche una moratoria).
La Provincia oggi ha rifiutato la delega motivandola con
il fatto che la legislazione regionale attuale non tutela
sufficientemente i nostri torrenti. Fintantoché
la Regione non accetterà la proposta provinciale
tutto rimarrà così, ovvero le concessioni
inferiori ai 3000 Kw di potenza restano di pertinenza
regionale.
Detto in parole povere: siccome nell'ultimo anno le richieste
in scadenza erano molte e "scottavano" si è
lasciato "soprassedere". Ci spiace pensarla
così ma è una constatazione fin troppo ovvia
ed è quello che sta succedendo in pratica.
Riconosciamo alla Provincia di aver prodotto dati e studi
sul problema idroelettrico e di averli messi a disposizione.
Però dissentiamo sulle conclusioni.
La Provincia sostiene che i produttori idroelettrici utilizzano
più acqua di quella concessa quindi ritiene che
i produttori debbano pagare più canoni e sovraccanoni.
Noi diciamo che invece i produttori devono scaricare più
acqua nei torrenti.
-°-
Nel nostro piccolo abbiamo avuto modo di analizzare casi
dei più disparati:
- Derivazioni che potenzialmente possono far sparire sorgenti;
- Richieste di sfruttamento con la costruzione di opere
sovradimensionate rispetto alla potenzialità dichiarata;
- Progetti di impianti modificati in corso d'opera mediante
presentazione di tempestive varianti subito autorizzate
dal comune ( modifica dimensioni della griglia di presa,
tubo condotta, linea elettrica di svariati chilometri
non prevista);
- Minimi vitali occlusi;
- Sfioratori di massima portata alterati (innalzati con
delle assi di legno);
- Espropri di terreni effettuati dopo la scadenza dei
termini.
Abbiamo potuto toccare con mano l'assenza di controlli
in questo campo e la totale libertà di azione dei
produttori idroelettrici.
Questo è quello che abbiamo potuto studiare, vedere
e monitorare.
-°-
Qualcuno ci potrebbe dire che non è possibile dire
sempre di no e che bisogna fare delle proposte in positivo:
Certamente; per esempio:
a) utilizzo degli acquedotti comunali per la produzione
idroelettrica: è certamente un'ottima idea che
eviterebbe spreco di ulteriore territorio e porterebbe
un po' di soldi nelle povere casse comunali;
b) utilizzo di energie alternative quali il solare termico
combinato allo sfruttamento del legname proveniente dalla
pulizia dei boschi per produrre acqua calda e/o energia
elettrica;
c) risparmio energetico come pratica comune da incentivare
non solo a parole.
L'INIZIATIVA IN CORSO
Abbiamo aderito alla petizione popolare assieme a CGIL,
CISL, UIL, Unione Pesca Sportiva, Legambiente, WWF ed
agli altri comitati popolari per una moratoria delle concessioni
idroelettriche ed una ridiscussione delle concessioni
esistenti perché questo è nelle nostre finalità
e perché ciò potrà contribuire ad
un dibattito allargato tra le forze sociali, istituzionali
e politiche.
Tutti noi vediamo ogni giorno lo stato di agonia del
fiume Adda e di parecchi torrenti secondari a causa del
prelievo idroelettrico; tuttavia siamo convinti che sia
possibile trovare un accordo che accontenti ambiente -
cittadino e produttori idroelettrici, salvaguardando l'uso
plurimo del bene acqua in tutti i suoi molteplici aspetti.
Ed infine ci facciamo un augurio:
Auguriamoci che tutta la comunità valtellinese,
e per primi gli amministratori locali, comprenda l'importanza
del ruolo di gestore e controllore che, nell'ambito delle
leggi vigenti, le compete. Attrezziamoci al più
presto con una serie di strumenti e controlli affinchè
non si lasci spazio di manovra ai produttori che volessero
fare cose non concesse.
Concludo con un invito ad una seria riflessione sul nostro
futuro affinchè si giunga a comprendere quale ruolo
assegnare al nostro territorio: ambiente da consumare
a fini produttivi e/o speculativi (piccoli salti, cave,
piste forestali per seconde case, opere di viabilità
di fondovalle, "divertimentifici vari") o ambiente
da tutelare in quanto valore comune e primario in sè
ma anche, e non da meno, patrimonio fondamentale per lo
sviluppo di un turismo responsabile.
A noi la scelta.
Allegato 1
COMUNICATO STAMPA DI NASCITA DEL GRUPPO
Si è costituito a Chiesa Valmalenco il Gruppo
Valmalenco.
Il gruppo si propone di :
Studiare e monitorare le domande di concessione Idroelettrica
in Valmalenco, dalla domanda al collaudo ed al controllo
delle produzioni.
Informare l'opinione pubblica dei paesi interessati dei
risultati di questa indagine in particolar modo in riferimento
ad un uso plurimo dell'acqua (idropotabile, irriguo, ambientale,
energetico), in secondo luogo in riferimento ad eventuali
comportamenti irregolari o fuori legge tenuti dai produttori
concessionari.
Controllare, per quanto riguarda gli impianti in costruzione,
che l'iter burocratico - amministrativo adottato dagli
enti pubblici sia corretto, che il concessionario esegua
le eventuali prescrizioni imposte dall'ente pubblico e
che l'ente pubblico metta in atto reali controlli.
Verificare che i rilasci minimi vitali prescritti dagli
enti pubblici (Genio Civile) siano congrui.
Premere presso gli enti pubblici (Genio Civile, Regione
Lombardia, Provincia), ove ci sia un caso concreto e documentabile,
affinché si arrivi ad un eventuale riesame dei
rilasci minimi vitali.
Il Gruppo Valmalenco considera amico il Comune interessato
dalla derivazione idroelettrica ed intende collaborare
con esso al fine di intraprendere iniziative comuni.
Il Gruppo Valmalenco pertanto non chiede la chiusura
degli impianti idroelettrici in costruzione bensì
auspica uno sviluppo di tali impianti compatibile con
le attività umane e ambientali nel rispetto totale
delle leggi.
Pertanto il Gruppo Valmalenco vuole contribuire alla
nascita di un serio dibattito (forze sociali, politiche
, associazioni, sindacati) sulle derivazioni idroelettriche
che pervenga alla richiesta di una moratoria alla Regione
Lombardia delle concessioni idroelettriche anche dette
"piccoli salti".
Il Gruppo Valmalenco invita chiunque fosse interessato
a partecipare ed aderire, sia in veste di ascoltatore
o di promotore, a contattare le persone sottoindicate.
Daniela Mascheroni tel. 0342 451694 email: danymasc_@libero.it
Ornella Pellegatta tel. 0342 453573 email: orpelle@libero.it
Rabbiosi Franco tel. 0342 214386 email: frabbios@inwind.it
Maggio 2002
Allegato 2
Situazione delle concessioni in Valmalenco (mappa sintetica)
Impianti in funzione Richieste di Concessione
Chiareggio Mallero I Pirola
Foraschetto I Mallero II Largone
Foraschetto II Sondrio Torreggio
Foraschetto III Cotoni di Sondrio Giumellino Sorgente
Entovasco Mallero (S. Giuseppe-Chiesa)
Giumellino Mallero (S. Giuseppe)
Campo Francia
Valbrutta Richieste non concesse
Lanzada Ausiliaria Secchione (Chiesa)
Campo Moro Lanterna (Tornadri)
Lanzada
Produzione complessiva della Valmalenco: da 800.000.000
a 1.000.000.000 di Kwh
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