C.A.I. Valdidentro
27 settembre 2004
da "Lo Scarpone" di settembre
"Lassù, oltre quota 1900 metri, sul
Lago Cancano, proprio dove i lavori iniziarono poco più
di tre anni fa, oggi si fa festa: festa all'entrata in funzione
del nuovo canale Viola; una galleria d'acqua lunga diciannove
chilometri, capace di intercettare il "tesoro" dei bacini
di alta montagna attraverso sette prese per rifornire costantemente
il lago e rafforzare la catena dell'energia idroelettrica."
Con queste parole, sul Corriere della Sera, era annunciata la
conclusione dell'opera, lo scorso 18 luglio, in occasione dell'inaugurazione
del nuovo "Canale Viola". L'Azienda Energetica Milanese
ha come compito istituzionale quello di produrre energia. Non
le si può certo imputare di averlo fatto, e anche bene,
con un intervento di ingegneria di grande interesse tecnico che
ha aumentato la potenza installata da 550 a 800 megawatt.
Non è solo questo, però, il punto di vista da tenere
in considerazione. Fin dall'inizio della progettazione, molte
sono state le preoccupazioni espresse, per l'incidenza su un ambiente
di elevata qualità. Un documento di tutte le sezioni valtellinesi
del C.A.I., nel 2003, esprimeva "preoccupazione riguardo
agli effetti che l'opera di captazione dell'acqua dei Torrenti
Lia e Cardonnè, nel Comune di Valdidentro, avrà
sull'esistenza stessa dei torrenti, sull'equilibrio delle rispettive
valli, sul seguente corso del Torrente Viola ed alla rilevante
portata delle opere di disboscamento e di sbancamento del bosco,
per l'ampliamento delle strade di accesso alle valli."
Per capire l'origine di queste preoccupazioni, occorre esaminare,
almeno schematicamente, la struttura dell'opera. Esisteva un altro
canale, dai tempi della costruzione della diga di Cancano, che
convogliava nel bacino artificiale le acque della Val Viola e
di alcune altre valli del versante sinistro, scaricandole alla
quota di 1856 m s.l.m. Il nuovo canale alza la quota di scarico
di 44 metri, portandola a 1900 e consentendo così di alzare,
in modo corrispondente, tutte le captazioni, con nuove opere di
presa, secondo lo schema di tracciato illustrato dall'immagine.
Sembrerebbe trattarsi solo dello spostamento verso l'alto di prese
già esistenti. Una di queste, però, denominata Verva,
dal nome della valle in cui è realizzata, preleva ora anche
tutte le acque che confluiscono nel Viola sulla sponda destra
e, precisamente, quelle delle valli Bucciana, Lia e Cardonnè,
che, nella cartina, sembrerebbero non interessate dei lavori.
La captazione avviene attorno alla quota di 2050 m, alla base
dei circhi glaciali di testata, col risultato di lasciare all'asciutto
i corsi d'acqua, ma di impoverire ulteriormente i deflussi anche
nel Viola, perché le confluenze dei tre torrenti sono,
rispettivamente, alle quote di 1350, 1530 e 1550.A questo si aggiunge
la realizzazione delle strade di accesso per i mezzi di cantiere,
in parte nuove ed in parte ottenute dall'allargamento di strade
esistenti, una da Pezzel, per Presedont, fino in Val Lia, località
Boron, l'altra per la Valle Cardonè. Esse alterano pesantemente
l'ambiente attuale, costruito nei secoli, grazie ad un prezioso
equilibrio tra la natura e l'attività degli uomini dediti
alla vita dell'alpeggio.
Ho avuto, personalmente, la possibilità di seguire le prime
fasi del percorso autorizzativo, perché, allora, ero componente
della commissione provinciale per le bellezze naturali, chiamata
ad esprimere un parere preliminare. L'aspetto ambientale, è
chiaro, era il più delicato, perché le esigenze
di potenziamento dell'impianto ed il conseguente aumento di potenza,
nella logica aziendale ed in quella del Comune di Milano, presentavano
un rapporto costi/benefici, assolutamente favorevole. Allora,
ci furono due soli pareri contrari, il mio, per la Provincia e
quello del rappresentante del Parco. Quello che mi colpì
fu la debolissima resistenza opposta dagli enti locali interessati
e perfino dalla Sovrintendenza di Milano. Le contropartite richieste
erano assolutamente sproporzionate all'impatto distruttivo delle
opere nei confronti di siti incontaminati e di grande bellezza.
Anche successivamente, durante le conferenze dei servizi che hanno
portato all'approvazione del progetto, solo il dott. Rizzi, funzionario
della Provincia di Sondrio, pone il problema della quantità
d'acqua non derivata, giudicandola inadeguata per la tutela della
fauna ittica a valle delle opere di presa. Il comune di Valdidentro
si limita a chiedere una verifica della progettazione delle strade
di accesso e l'assunzione, da parte dell'A.E.M. della loro manutenzione.
Quest'ultima richiesta, alla quale l'A.E.M. si oppone, è,
alla fine rinviata ad un eventuale specifico accordo tra azienda
milanese e comune.
Le fotografie allegate illustrano alcuni dei risultati ottenuti.
Un recentissimo documento di indirizzi del consiglio regionale
lombardo, per la politica di uso e tutela delle acque, approvato
il 28 luglio 2004, ha fissato, tra gli obiettivi strategici, quello
di recuperare e salvaguardare le caratteristiche ambientali delle
fasce di pertinenza fluviale e degli ambienti acquatici. Il programma
connesso prevede, allo scopo, di conseguire, entro il 2016 il
mantenimento o raggiungimento per i corpi idrici superficiali
dell'obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo
stato di "buono" ed il mantenimento, ove già
esistente, dello stato di qualità ambientale "elevato".
Il riferimento delle definizioni è costituito dal d. lgs
152/1999.
Le considerazioni finali non possono che mettere in evidenza la
mancanza di una coerenza complessiva sul problema delle acque,
la debolezza, culturale e politica, degli enti locali nei confronti
di soggetti esterni che sembra possano disporre a loro piacimento
delle risorse naturali altrui, la scarsa, generale, comprensione
dell'importanza, anche economica, e non solo intrinseca, dell'ambiente,
come risultato di un secolare equilibrio tra la natura e l'attività
degli uomini che abitano, lavorando, le montagne.
Si tenga, infine, presente, che non si tratta di un territorio
qualsiasi, ma di un ambito che ha scelto il turismo come prima
e caratterizzante prospettiva di sviluppo e la risorsa turistica
principale è costituita dall'ambiente, che senza acqua,
non esiste.
Flaminio Benetti